Tags
Language
Tags
November 2025
Su Mo Tu We Th Fr Sa
26 27 28 29 30 31 1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30 1 2 3 4 5 6
    Attention❗ To save your time, in order to download anything on this site, you must be registered 👉 HERE. If you do not have a registration yet, it is better to do it right away. ✌

    ( • )( • ) ( ͡⚆ ͜ʖ ͡⚆ ) (‿ˠ‿)
    SpicyMags.xyz

    Storie di ordinaria violenza - Silvia Giorcelli

    Posted By: Maroutan
    Storie di ordinaria violenza - Silvia Giorcelli

    Storie di ordinaria violenza - Silvia Giorcelli
    Italiano | 2025 | 136 Pages | ISBN: 8855536796 | EPUB | 221.6 KB

    Che cosa hanno in comune una matrona romana di alto lignaggio, Agrippina Maggiore, e la prigioniera germanica Thusnelda? La prostituta Manilia e la regina degli Iceni Boudicca? In apparenza nulla, essendo diverse per nascita, condizione sociale, provenienza etnica. Eppure sono tutte protagoniste di episodi di ordinaria e brutale violenza, dietro alla quale si celano ragioni molto diverse: il decoro delle istituzioni repubblicane, lo scontro per il potere nella domus dell'imperatore, i diritti dei vincitori sui popoli sconfitti. Le loro storie sono insignificanti o esemplari ma tutte accomunate dalla stessa cifra: è la sfera della lotta politica la dimensione in cui il fenomeno della violenza contro le donne tende a emergere con maggior evidenza. Agrippina vive un ambiente familiare tossico ove sospetto e controllo erano praticati con l'obiettivo dell'annientamento politico. Le regine barbare sono accomunate da un destino di prigionia affrontato con fierezza, che ribadisce quale fosse la normalità delle donne in guerra: prede da catturare, corpi da violare, trofei da esibire. Manilia è protagonista di una vicenda quasi surreale che si conclude positivamente ma, in realtà, non sono i suoi diritti ad essere tutelati nel processo. È la vita delle donne che si svela in queste storie: una vita caratterizzata dalla subordinazione all'uomo, padre o magistrato o imperatore, da una strutturale disuguaglianza nei diritti e da una narrazione pubblica che ne umiliava le qualità e i ruoli.