Alexander V. Shubin - Nestor Machno. Bandiera nera sull'Ucraina
Italiano | 2022 | 244 pages | ASIN: B0BNW76QTM | EPUB | 2,2 MB
Con l’apertura degli archivi segreti dell’Unione Sovietica, grazie a documenti rimasti fino a pochi decenni fa esclusivo appannaggio degli studiosi vicini al regime, tornano alla ribalta pagine oscure e controverse della storia del paese. Materiali di certo utili all’approfondimento di quelle esperienze relative al dissenso e all’opposizione al bolscevismo, a cominciare dagli anni della Rivoluzione con la storica lotta dei contadini ucraini guidati dall’anarchico Nestor Machno. Presto accusato dalla storiografia comunista di “banditismo”, il movimento machnovista è da tempo al centro dell’attività di ricerca di Alexander V. Shubin, docente di Storia all’Università di Mosca e direttore del centro di studi storici dell’Accademia delle Scienze, il quale dopo molteplici titoli è di nuovo in libreria con il libro Nestor Machno: bandiera nera sull’Ucraina. Mettendo a confronto fonti edite ed inedite, il saggio documenta la portata e il significato politico e militare di uno dei più grandi movimenti contadini della storia europea, districandosi nella complessa e caotica situazione in cui versava la Russia negli anni della Guerra Civile seguita alla Rivoluzione. Nel difficile contesto di una guerra permanente contro occupanti tedeschi e austroungarici, nazionalisti ucraini e revanscisti zaristi, tra il 1917 e il 1921 nella parte meridionale dell’Ucraina il movimento nato dalla rivolta contadina, che aveva il suo quartier generale nella cittadina di Guljaj Pole, arrivava ad estendere il controllo su una vasta area geografica, dove sperimentare forme di autogoverno del territorio ispirandosi ai principi dell’anarco-comunismo. Per quanto, secondo Shubin si sarebbe in definitiva tradotto nell’arduo tentativo di conciliare l’ideale anarchico con la disciplina militare, essendo una zona costantemente sulla linea del fronte, costruendo un regime relativamente democratico, anche se non esente da autoritarismo, atti repressivi ed abusi. Basandosi sul sistema dei Consigli, gli organi di autogestione delle masse, sosteneva la distribuzione delle terre ai contadini, l’elezione dei comandanti da parte dei soldati e la gestione dei mezzi di produzione non riservata allo Stato, ma alle unioni dei liberi lavoratori che dal basso si federavano tra di loro, così come tutelava le libertà politiche e uno sviluppo pluralista del processo rivoluzionario. Aspetti che insieme al rifiuto del ruolo guida del partito e della dittatura del proletariato, come inevitabile fase verso il comunismo, diventarono intollerabili per i comunisti russi, i quali dopo un’alleanza tattica per fronteggiare le forze armate della controrivoluzione Bianca attaccarono l’esercito insurrezionale di Machno costringendolo alla resa, ma fallendo nella cattura del suo carismatico leader, morto in esilio a Parigi alla metà degli anni trenta.