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    Ermanno Rea - La comunista

    Posted By: SSCN1926
    Ermanno Rea - La comunista

    Ermanno Rea - La comunista
    Italian | Giunti | 2013 | EPUB | Pages 144 | ASIN: B0082H0SN2 | 1.51 Mb


    Napoli e la sua gente, il presente e il passato di una città e di un’intera nazione affamate di speranza e di futuro. Ermanno Rea torna con La comunista sui suoi passi, torna a Mistero napoletano, ma il personaggio che ci presenta non è più, come in quel vecchio romanzo, una donna in carne e ossa, bensì il suo fantasma, una creatura evanescente anche se, a momenti, terribilmente reale, capace di parlare, sorridere, piangere, come quando era viva e colmava ogni possibile vuoto con la sua incontenibile esuberanza. Anche adesso, benché fantasma, Francesca riempie di sé la scena del racconto, svelando pian piano la ragione del suo «ritorno» a Napoli. Testimone e messaggera, questa presunta donna-scandalo allude a una resurrezione ancora possibile della città, che può essere salvata – ella dice – soltanto dall’utopia, da un pensiero folle, da una passione, dalla capacità collettiva di credere nell’impossibile. Una narrazione non soltanto di grande tensione emotiva, ma aperta alla speranza e alla fiducia nel genio creativo degli abitanti del pianeta «Mezzogiorno». E che si tinge anche di altri colori e riflessioni intorno alla vecchiaia, all’amore, alle macerie della politica e al potere sempre vivificante dell’amicizia e a quello necessario della memoria.
    Anche L’occhio del Vesuvio è una storia che ha, a sua volta, i colori e lo spessore dell’allucinazione. La trama è lineare, benché sovrastata dalla presenza minacciosa del Vesuvio, trasformato esso stesso in attore, personaggio neppure troppo secondario della vicenda. Distruggerà Napoli? La domanda è ripetutamente evocata, soprattutto dal co-protagonista del racconto, il grecista Lucio Ammenda, insaziabile e disordinato collezionista di libri, parte dei quali dedicati proprio al «formidabil monte» e ai suoi misteri. Ma a differenza del giovane polacco Tadeusz, deputato a costruire una degna biblioteca (di stile settecentesco) per questo sterminato patrimonio libresco, il professor Ammenda non teme tanto il rischio di un’eruzione quanto le conseguenze dell’accidia dei suoi concittadini e dell’inetta classe dirigente.
    Due racconti esemplari in cui l’autore, fedele ai suoi temi più cari, con sguardo acuto e fermo scruta il nostro presente e lo fotografa, lo mette a nudo sulla pagina in uno stile terso e pulito, «perfetto».