Giuseppe Decollanz - I Datteri di Giarabub
Italian | rebustv | 2010 | EPUB | Pages 137 | ASIN: B00AZQ1C9M | 1.63 Mb
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Giuseppe Decollanz racconta le origini dell’affermarsi del fascismo come dittatura nelle vicende di Montepeloso/Irsina. L’originale titolo del volume deve il suo nome alla coltivazione ed alla commercializzazione del frutto tropicale nell’oasi di Giarabub, l’avamposto della colonizzazione italiana della Libia (unione della Tripolitania e della Cirenaica), al confine orientale con l’Egitto, occupato dalle truppe italiane il 7 febbraio del 1926 e tenuto fino al 1941, allorché fu conquistato dagli Inglesi che sconfissero gli uomini comandati dal colonnello Salvatore Castagna. Le vicende narrate nel volume iniziano in una data ben precisa, la sera del 4 gennaio 1925, il giorno seguente di un celeberrimo discorso mussoliniano, pietra miliare nelle tappe di costruzione dello Stato fascista. “Ebbene, dichiaro qui, al cospetto di questa Assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto. […] il Governo è abbastanza forte per stroncare in pieno definitivamente la sedizione dell'Aventino. L'Italia, o signori, vuole la pace, vuole la tranquillità, vuole la calma laboriosa. Noi, questa tranquillità, questa calma laboriosa gliela daremo con l'amore, se è possibile, e con la forza, se sarà necessario.” Siamo nel momento in cui, dopo l‘uccisione di Giacomo Matteotti, la secessione dell’Aventino e lo sbandamento tra le fila del fascismo che ne seguì, Mussolini riafferma il proprio potere e consolida - attraverso un processo che sarebbe durato poco più di un anno, dal 1925 al 1926, mediante le cosiddette leggi ‘fascistissime’, note anche come leggi eccezionali del fascismo - la trasformazione di fatto dell'ordinamento del Regno d'Italia nel regime fascista, ossia in uno Stato totalitario dalla forte componente ideologica, di tipo nazionalista, centralista, statalista, corporativista ed imperialista.
Il microcosmo di Montepeloso la ‘rossa’ è lo scenario paradigmatico di quello scontro tra democrazia e totalitarismo, tra opposte concezioni del mondo che si stava consumando in tutta Italia, essendo un paese dalle radicate tradizioni socialiste che elesse, ancora nel 1922, nonostante il
dilagare della violenza politica dei fascisti, un sindaco socialista, Nicola Mitilde (cfr. La guerra siamo noi!, pp. 38-39), che fu tale fino alla trasformazione della carica in quella di podestà, di nomina regia. Con il ritorno alla democrazia, Irsina continuò ad essere governata costantemente da giunte ‘frontiste’ (come si diceva negli anni degli albori della Repubblica) e ‘rosse’ (cfr. La guerra siamo noi!, il capitolo “L’occupazione delle terre”, pp. 187-205).
I datteri di Giarabub è, in un certo senso, la prosecuzione ideale del precedente volume: alle vicende della Montepeloso della metà degli anni ’20 del XX secolo Decollanz non guarda più attraverso gli occhi di un bambino protagonista – il Pippinillo de La guerra siamo noi!- ma da una visuale estrinseca, quella tipica dello storico: il volume, molto interessante ed affascinante, è una puntuale ricostruzione di un delitto nella forma del romanzo in cui il narratore è esterno alla vicenda, né vi partecipa, e la ricostruisce in modo analitico, dando rilievo ai ‘fatti’: “I fatti e gli eventi narrati in questo libro sono realmente accaduti in un paese della Basilicata oggi chiamato Irsina. I personaggi invece sono al tempo stesso immaginari e realmente esistiti, ricordati con notevole fedeltà ma descritti e raccontati con grande fantasia. Del resto, ciò che conta sono i fatti realmente accaduti e non certo coloro che per volontà del destino ad essi hanno preso parte” (p. 7).
recensione di Carlo De Nitti