Emily Greble - Sarajevo la cosmopolita. Musulmani, ebrei e cristiani nell'Europa di Hitler
Italian | 2012 | 357 pages | ASIN: B009D4FFHC | EPUB | 2,9 MB
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“Che la cultura distintamente pluralista di Sarajevo sia sopravvissuta alle devastazioni della Prima guerra mondiale è degno di nota; che quella stessa cultura non solo si sia preservata ma addirittura abbia prosperato a dispetto della guerra e dei genocidi del secondo conflitto mondiale è straordinario.”La città di Sarajevo ha avuto il paradossale destino di essere insieme un simbolo della violenza politica lungo l’intero ventesimo secolo (dall’attentato di Gavrilo Princip nel 1914 all’assedio degli anni novanta) e un modello europeo di cosmopolitismo e pacifica convivenza tra identità religiose, etniche e culturali diverse, grazie alla coscienza civica dei suoi abitanti. Fin dalla fondazione nel quindicesimo secolo, è stata città multiconfessionale e multietnica. Vi hanno convissuto le comunità musulmana, cattolica, serbo-ortodossa ed ebraica. I cittadini erano bosniaci, serbi, croati, ebrei sefarditi e askenaziti, rom e di altre minoranze. La vita cittadina venne però stravolta quando nel 1941 Sarajevo cadde sotto il controllo della Germania di Hitler e fu incorporata nello Stato indipendente di Croazia, uno dei più brutali stati satellite del nazismo, sotto il regime degli ustascia. Sebbene luogo periferico nel conflitto mondiale, Sarajevo affrontò una serie di emergenze e crisi umanitarie provocate dalle politiche nazionali e internazionali, e si dovette confrontare con le nuove ideologie del tempo. Il suo complesso mosaico di identità, caratteristico dei vecchi imperi multinazionali, iniziò a incrinarsi.