Simone Trudu - Per loro mio oro
Italian | 2012 | ASIN: B009Q8ERBU | EPUB/PDF | 205 pages | 4.6 MB
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"Era colpa mia, solo colpa mia. Non avevo ravvisato il rischio, non avevo guardato lontano, volevo solamente vivere degli istanti soddisfacenti, dei lampi di appagamento, di passione, senza tener conto delle conseguenze. A 19 anni chiedevo soltanto di brandire quella felicità che scorgevo nelle mie coetanee, di avvinghiarmi ad un ragazzo, di sognarlo e attenderlo arrivare, di sentirmi difesa e amata, di sviare i rimproveri, le raccomandazioni di un genitore in pensiero per la propria figlia. Ma durò troppo poco quella condizione, qualcuno mi destò bruscamente buttandomi addosso una responsabilità e una grave colpa, quella di non aver resistito al corteggiamento ingannevole di quel ragazzo. Andai contro tutti, persi anch’io le amicizie, le accoglienze dei vicini, le cortesie di qualche conoscente. Proteggevo quello che mi apparteneva, la verità della mia persona, la certezza di mia madre, la memoria di mio padre. Tutti si accostarono per rapinarci qualcosa, erano coyote e noi le carogne, seppellite dalla polvere di queste terre, che soffia per rimboccare le lenzuola al tempo, per concedere il passo a tutte le stagioni. Ci rialzammo, intimate dalle troppe voci indegne, che ripetevano in coro il nostro nome, come se avessimo bruciato una chiesa, come se avessimo avvelenato il grano, come se non fossimo persone. Indifese, tenute dalle nostre forze, dalla volontà di camminare, di accontentarci delle nostre mani, di ripercorrere con la mente il nostro anno migliore, di sentirci nuvole per far piovere ininterrottamente dentro di noi, sciogliendo le poltiglie dei nostri argini e rinfrescandoci di vita. Loro erano la mia famiglia, non c’era nessun altro. E adesso ero in dovere di seminare un presente, di assisterlo giorno dopo giorno, per vederlo germogliare in un degno avvenire. Dovevo far crescere i miei figli e donargli il contesto che meritavano. Quel vortice che mi tratteneva, che provava ad ingerirmi, dovevo sgominarlo per sempre e lasciarlo dietro, in quell’ammasso nauseabondo, finito al macero, spinto con violenza da me stessa, nel baratro del mio passato." La fuga disperata di una giovane madre di ventotto anni e dei suoi due bambini, da un ambiente familiare divenuto improvvisamente una galera. Scappano senza indicazioni, senza seguire una rotta, senza contare su nulla e nessuno. Quella salvezza che sperano di trovare il prima possibile non ha mai avuto un volto definito, un nome, una latitudine. Si spostano senza soldi, con pochissimi vestiti dentro una sola valigia, con in tasca soltanto un brandello di speranza che sembra logorarsi passo dopo passo. Evelin, la madre protagonista, spinta dalla sua incoscienza, consolata dalla sua fragile determinazione, dovrà trovare continuamente un riparo e un lavoro momentaneo, lottare contro tutto e proteggere se stessa e i suoi figli da qualsiasi pericolo. Dopo anni difficili e attraversati al buio, per loro affiorerà una buona volta la vita? Quella tanto attesa e urlata a squarciagola, una vita da cominciare, finalmente?