Duetti d’amor carnale

Una professoressa stagionatella che vuole suicidarsi, un rozzo imbroglione che le restituisce il gusto della vita. Come? Maschere e raggiri. Lei che parla come se stesse in cattedra, lui che goffamente cerca di ripulire in sua presenza quel gergo romanesco che usa invece con disinvoltura con la miriade di personaggi che lo circondano, ciarlatani, borgatari, avanzi di galera. Sesso e denaro, tutto ruota attorno ad essi. E un finale incredibile.
Già presentato su questa piattaforma col titolo di La beffa. Una storia romana, ha subito una profonda opera di ‘ripulitura’ e ristrutturazione. Esageratamente erotico, era stato il giudizio dei più. L’ho immerso in un bagno vittoriano, ma non troppo. Non soltanto per questo motivo, comunque, ha subito il restauro.
Quanto al romanesco è frutto di un accurato studio: l’Autore, per lavoro o diletto, ha frequentato Belli, Pascarella, Trilussa, Rossetti. Niente di originale da questo punto di vista, l’obiettivo è stato l’uniformità.