«Last Love Parade» by Marco Mancassola
Italiano | ASIN: B0D49WPQZX | MP3@128 kbps | 7h 20m | 416.26 Mb
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Nell’anno fatidico in cui il mondo intero sta cambiando, il 1989, due ragazzi della provincia italiana si incontrano su una pista da ballo: nasce un gemellaggio di carne, sudore e fasci di nervi. Un’amicizia fatta di meraviglia, di inevitabili miserie, di viaggi di non formazione alla volta di Amsterdam, Londra, Berlino, Thailandia. Non cercano identità, hanno solo bisogno di andare. A guidarli le onde della musica – di una musica nuova, artificiale, prepotentemente fisica. La storia di due ragazzi e di una generazione alla ricerca di un rito definitivo. Il club, la festa perfetta, il dj. Il richiamo eterno del ritmo, l’eco che attende da sempre. Arcaico e più che contemporaneo, capace di annullare il tempo in ondate concentriche di intensità carnale e spirituale. Intrecciata alla storia di due ragazzi che incarnano lo spirito di un’epoca tossica e decisiva, quella del tardo edonismo occidentale di fine millennio, c’è la vicenda di una musica, della sua genealogia e dei suoi generi che si rincorrono, si contaminano, fanno ballare, creano comunità, riempiono i silenzi delle fabbriche dismesse. Dalle sonorità sensuali della disco alla densità ossessiva della techno, gli eden addomesticati della trance, la disperata accelerazione dei beat e l’avvento del revival perenne. Musica che assorbe gli umori della società, politica che entra nei corpi, si esprime nei corpi e nei luoghi di raduno dei corpi. È una deriva che porta con sé un lutto, a priori, la storia dei due ragazzi che con gli anni imparano a non somigliare a nessuno, nemmeno l’uno all’altro. Fino alla tragedia dell’ultima Love Parade, grande rito collettivo di un’Europa ormai non più festosa, e di un’inquietudine che lascia posto, infine, al virus di una nostalgia senza più barriere.
Se c’è un libro che coglie un’intera generazione, come in una polaroid, in una sovraesposizione sbiadita eppure luminosa, è Last Love Parade di Marco Mancassola, uno dei migliori autori italiani, appartenente a quella stessa generazione che visse e si travolse negli anni novanta. Autore di successo anche in Francia, Mancassola aggiorna qui il suo grido politico ed esistenziale, in onore di quel momento in cui la storia è parsa crollare e poi tornare a spumeggiare per la demolizione di un muro in Germania, in cui un sapore metallico è strisciato per sempre nell’intimo dei sentimenti. In cui l’umano ha dovuto procedere a un radicale reset, rendendo indistinguibili dolore e gioia, buio e luce, per cogliere la pulsazione di base della realtà. Quella pulsazione è intatta e tuttora pericolosa nello stile con cui Marco Mancassola ha reso memorabile questa narrazione, specchio che non deforma e si rifiuta di classificare la bellezza del Reale.